Monte San Biagio - Sulle alture dove l’Appia sfida la montagna
Lungo la Via Appia: la soglia degli Aurunci
Monte San Biagio segna il punto in cui la Via Appia abbandona definitivamente la pianura pontina per inerpicarsi tra i rilievi calcarei dei Monti Aurunci.
In questo tratto, la strada si fa più ardita: curve, tornanti e muri di sostegno in opera poligonale rivelano la straordinaria capacità costruttiva dei Romani.
Il paesaggio, fatto di pareti rocciose e valloni profondi, conserva intatto il fascino di un’antica via di montagna, dove il tempo sembra essersi fermato.
Monte San Biagio rappresenta oggi il ponte tra la pianura e il mondo appenninico, un luogo di transizione geografica ma anche simbolica nel cammino della Regina Viarum.
“Qui la Via Appia sale verso il cielo: una scia di pietra che attraversa il cuore della montagna.”
Monte San Biagio — la Regina Viarum sale tra le montagne.
Introduzione
Monte San Biagio è il ponte tra pianura e Appennino: qui l’Appia diventa una via di montagna fatta di curve, tornanti e muri ciclopici, in un paesaggio che conserva il respiro dell’antico cammino.
Archeologia e memoria
L’area di Monte San Biagio è direttamente legata al tratto dell’Appia documentato nella fonte storica
“L’Appia al valico di Itri”, tra i più spettacolari e meglio conservati.
Il percorso, recuperato negli anni Novanta e inserito nel Parco Archeologico della Valle di Sant’Andrea,
mostra chilometri di lastricato originale, ponti, tagli rupestri e imponenti muri di sostegno.
Particolarmente significativa è la presenza di un miliario conservato nella chiesa di Monte San Biagio,
che riporta l’iscrizione dell’imperatore Caracalla (216 d.C.), testimone dei lavori di restauro che
sostituirono il vecchio selciato calcareo con quello in basalto vulcanico.
Questi segni raccontano un’evoluzione continua della strada, mantenuta in efficienza per secoli e
restaurata da imperatori, re e ingegneri borbonici.
Un tratto straordinariamente conservato dell’antica Via Appia: ponti, tagli nella roccia e basoli originali raccontano secoli di storia.
Il percorso è percorribile a piedi o in bicicletta, con punti di osservazione panoramici e pannelli esplicativi.
Nei pressi del Forte Sant’Andrea, edificato sul sito di un’area sacra di età romana, forse dedicata ad Apollo, si respira ancora l’atmosfera di un tempo sospeso.
Nel cuore del borgo, la chiesa conserva al suo interno miliari e frammenti epigrafici provenienti dal tracciato dell’Appia.
Tra questi, quello dedicato a Caracalla, simbolo del legame diretto del territorio con la storia della strada romana.
Monte San Biagio domina il golfo di Terracina e la pianura sottostante. Dalle alture si osservano i tornanti dell’antica strada e i profili degli Aurunci.
Il Sentiero dell’Appia Antica, attrezzato con segnaletica escursionistica, collega Monte San Biagio alla Valle di Sant’Andrea e a Itri.
La tradizione enogastronomica locale conserva il gusto autentico della montagna laziale: olio, miele, formaggi e vino rosso dei Colli di Monte San Biagio.
Un’occasione per unire al cammino il piacere della tavola.
Accessibilità e suggerimenti di visita
Il tratto principale dell’Appia nel Parco Archeologico è parzialmente accessibile con mezzi elettrici e biciclette assistite.
Il borgo di Monte San Biagio è raggiungibile in auto o treno (fermata sulla linea Roma–Napoli).
Punti panoramici e aree attrezzate nel parco; visite guidate e trekking organizzati.
Itinerari digitali disponibili su Google Maps e VisitLazio.com.
Suggerimento: visita Monte San Biagio come tappa ideale tra Terracina e Fondi, per vivere l’Appia più autentica e selvaggia.
Monte San Biagio oggi
Monte San Biagio custodisce con orgoglio la sua identità di terra di confine e di memoria. È un luogo in cui la storia della strada romana si intreccia con la cultura contadina, la natura e la lentezza del viaggio.
“Tra pietra e vento, l’Appia continua a parlare ai viandanti che scelgono di ascoltarla.”
Mettiti in cammino
Da Monte San Biagio la Via Appia scende verso Fondi, tra colline dolci e resti di mausolei e ville rustiche romane.
Un tratto che unisce natura, archeologia e spiritualità.